
Torquato Tasso
(Sorrento 1544 - Roma 1595)
Figlio di Bernardo, letterato bergamasco, Torquato Tasso (1544-1595) trascorre l’infanzia nel Regno di Napoli. Nel 1556 raggiunge il padre a Roma e lo segue in un lungo peregrinare tra le corti di Ravenna, Pesaro, Urbino, poi a Venezia e a Padova dove risiede fino al 1565.
Dopo gli studi di filosofia entra al servizio del cardinale Luigi d’Este e si trasferisce a Ferrara. Dal 1572 è alla corte del duca Alfonso II, scrive sonetti, canzoni, madrigali e una favola pastorale, l’Aminta. Nell’aprile del 1575 porta a termine la Gerusalemme Liberata, ma subito inizia il travagliato lavoro di revisione stilistica ed etica dell’opera dettata dal timore di essere caduto nell’eresia. Dopo poco la prima esplosione di follia persecutoria: convinto di essere spiato da un cortigiano mentre conversa con la principessa Lucrezia lo aggredisce, Alfonso lo fa rinchiudere nelle prigioni del Castello e successivamente in un convento da dove fugge. Viene riaccolto a corte, ma in occasione delle nozze di Alfonso con Margherita Gonzaga dà di nuovo in escandescenze inveendo contro la corte: viene arrestato, rinchiuso nell’Ospedale di S. Anna e messo alla catena come pazzo. Uscirà solo dopo sette anni e continuerà le sue peregrinazioni tra Mantova, Bergamo, Firenze, Roma e Napoli. Muore a Roma alla vigilia della sua incoronazione poetica.
E' sepolto a Roma nella Chiesa di Sant'Onofrio al Gianicolo.
Le opere più impotranti di Torquato Tasso:
- Rime degli Accademici Eterei (1567);
- Aminta (1573);
- Re Torrismondo (1576);
- La Gerusalemme liberata (1559-1575).
I LUOGHI DELL'AUTORE A FERRARA
Castello Estense (Ferrara)
Nella fastosa residenza dei duchi, Tasso visse in qualità di poeta di corte. Particolarmente legata a suggestioni tassiane è la Sala dell’Aurora.









