Tutti i giorni 10.00-18.00. La biglietteria chiude alle 17.15.
Chiuso Martedì.
Chiuso 25 dicembre.
Prezzi
Intero: € 12,00
Ridotto: € 10,00
Gruppi scuole secondarie di primo e secondo grado: € 5,00
Minori di età compresa tra 11 e 17 anni: € 5,00
Family: Per ogni adulto pagante, 1 minore entra gratis
Torre dei Leoni supplemento: € 2,00 - gratuita per i possessori della MyFe card e minori fino ad 11 anni
Gratuito: - minori di 11 anni, - portatori di handicap con un accompagnatore, - possessori MyFe Card - visitatori nel giorno del loro compleanno o, in caso di chiusura, nel primo giorno di apertura successivo
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Parzialmente accessibile a persone diversamente abili.
E' il maestoso simbolo di Ferrara con le quattro torri circondate dal fossato, i rossi mattoni di cotto, le eleganti balaustre bianche, le prigioni e le sale per i giochi e il diletto della corte.
A Ferrara nel 1385, una pericolosa rivolta convinse Niccolò II d’Este della necessità di erigere una poderosa difesa per sé e la sua famiglia; sorse così il Castello di San Michele, fortezza che ricorda il Castello di S. Giorgio a Mantova - realizzato anch'esso da Bartolino da Novara. A quel periodo risalgono la massiccia imponenza, il fossato, i ponti levatoi, le torri austere. Un passaggio coperto, ancora esistente, univa l’edificio militare al palazzo dei marchesi, oggi Palazzo Municipale.
Passarono i secoli e i pericoli di sommosse cessarono. Allora il Castello fu abbellito e slanciato per divenire la magnifica residenza della corte: venne arricchito dalle altane sopra le torri, dai balconi di marmo, dal cortile d'onore di linee cinquecentesche e dai fastosi appartamenti affrescati, ancor oggi visitabili all'interno del percorso museale.
Le imponenti torri, poste ai quattro angoli del Castello svettano ancora oggi sulla città, simbolo indelebile della grandezza e magnificenza della Famiglia D'Este: a sud-est la Torre Marchesana e a sud-ovest la Torre di San Paolo, a nord-ovest la Torre di Santa Caterina, a nord-est la splendida Torre dei Leoni, punto panoramico su cui si può salire per ammirare la città.
Il Castello Estense ha ottenuto lo status di MUSEO DI QUALITA' riconosciuto dall'Istituto per i Beni Culturali dell'Emilia-Romagna.
Prenotazione gratuita della fascia oraria d'ingresso: PRENOTA ORA
Accesso consentito a cani di piccola taglia solo in braccio o nel trasportino.
Giardino e Loggia degli Aranci
Nel Rinascimento Ferrara era famosa per i suoi giardini, creati ad imitazione di un ideale edenico aggiornato secondo i canoni della cultura cortese e cavalleresca. ll Giardino degli Aranci assunse le dimensioni e le caratteristiche attuali con Alfonso I ed evoca la presenza della Corte che si affacciava, non vista, ad ammirare la città tra il profumo delle zagare. Il muro del giardino pensile fu costruito su progetto di Girolamo da Carpi, nella seconda metà del Cinquecento. I documenti d’archivio sono prodighi di notizie sul giardino pensile e permettono di ricostruirne le diverse sistemazioni: dai vialetti con terreno riportato con grandi aiuole di piante annuali, all’allestimento settecentesco con sole piante di agrumi in vaso riparate d’inverno dalla Loggia utilizzata come serra.
Prigioni di Ugo e Parisina
Lungo il corridoio che gira attorno alla cella di Don Giulio, una ripida scaletta conduce alle celle che ospitarono gli infelici protagonisti di una delle pagine più drammatiche della storia estense. Parisina Malatesta, seconda moglie del marchese Niccolò III, assai più anziano della sposa, finì per innamorarsi, ricambiata, del figliastro Ugo, figlio di Stella dei Tolomei. I due giovani vennero scoperti, sottoposti ad un rapido giudizio e infine decapitati. Era l’anno 1425; Parisina aveva vent’anni, Ugo ancora diciannove. Discesa la scaletta, sulla sinistra si trova la cella di Parisina. Seguendo il corridoio si raggiunge quella di Ugo; in quest’ultima si possono ancora vedere, sul soffitto, le scritte fatte da alcuni prigionieri con il fumo delle candele.
Prigione di Don Giulio
Al piano terra del castello, poco dopo aver imboccato uno stretto corridoio si trova, a sinistra, la porta bassa e profonda che conduce a questo ambiente, un tempo destinato a cella e, forse, anche a sala di tortura. In questa cella fu rinchiuso per lunghi anni Giulio d’Este, fratello naturale di Alfonso I e protagonista di una celebre quanto sfortunata vicenda. Giulio e il cardinale Ippolito, fratelli di Alfonso I, erano divisi da rancori. Entrambi si innamorarono della stessa damigella, Angela Borgia, cugina della duchessa Lucrezia. La graziosa fanciulla accordava le sue preferenze a Giulio. Nelle campagne presso la delizia di Belriguardo i due fratelli si incontrarono. Giulio era solo e nulla poté fare quando il cardinale ordinò ai suoi servi di ucciderlo. Il crudele ordine non fu portato a termine, ma Giulio fu pestato a sangue e perdette l’uso di un occhio. Da quel momento iniziò a tramare la morte di Ippolito e unì i suoi sforzi a quelli di un altro fratello, Ferrante, che ambiva eliminare il duca per prendere il suo posto. La congiura fu ben presto scoperta e i due principi furono condannati al carcere a vita. Era l’anno 1506 quando i due furono rinchiusi nelle segrete del castello. Ferrante vi morì. Giulio sopravvisse fino a rivedere la luce della libertà nel 1559, per grazia di Alfonso II. Aveva computo 81 anni, di cui cinquantatre passati in reclusione.
L'appartamento dello Specchio - Sale affrescate
La Sala dell’Aurora, che si trova nella Torre dei Leoni, celebrava l’andamento del tempo e il funzionamento dell’Universo. Sul sontuoso soffitto sono rappresentate le quattro parti del giorno: l’Aurora, una giovane dea alata che avanza tirando per le redini i cavalli del carro del sole, il Giorno, il Tramonto, la Notte, dove Diana, con il disco lunare sulla fronte, raggiunge l’amante Endimione. Al centro, un vecchio seduto fra le tre Parche, dee della vita e della morte, rappresenta il tempo.
Gli ambienti successivi del piano nobile, affrescati per volere di Alfonso II, sono noti come Saletta e Salone dei Giochi. Nella saletta il soffitto è decorato, al centro, con il Girotondo delle Quattro Stagioni, e tutt’intorno da affreschi con scene di “giochi” dell’antica Roma. L'adiacente sala d’onore dell’Appartamento dello Specchio era destinata ad intrattenimenti quali concerti o giochi. Il soffitto è diviso in undici riquadri, ciascuno contenente una scena di sport, secondo il gusto del duca.