
Acquedotto Monumentale
Il Serbatoio monumentale dell’Acquedotto cittadino, costruito dal 1930 al 1932, arricchì il cosiddetto “Rione Giardino” di una struttura fuori dal comune e ben ideata dal punto di vista estetico e funzionale.
Il progetto architettonico fu affidato nel 1929 all’ing. Carlo Savonuzzi. Oltre all’indubbia modernità della costruzione, veniva posto l’accento dai contemporanei anche sull’ispirazione classica che l’aveva concepita; si pensi, per esempio, al tempietto ideato dal Perugino e soprattutto da Raffaello, sullo sfondo dei loro dipinti che rappresentano Lo sposalizio della Vergine.
La costruzione, piuttosto imponente, è alta circa 37 metri e concepita quasi interamente in cemento armato, ma proprio grazie alle felici intuizioni dei progettisti, appare nel contempo sufficientemente armonica ed ariosa. La struttura è caratterizzata alla base da un rilevato in terra, abbellito da due gradinate (una delle quali porta ad una fontana monumentale) e coronato da pioppi, allusivi alle Eliadi, le sorelle del mitico Fetonte che colpito da Giove con un fulmine precipita sulla pianura padana, nelle acque del Po.
Alla sommità del terrapieno si eleva l’ampio e massiccio basamento dodecagonale, sul quale si innalzano dodici grandi arcate di 12 metri di altezza che sostengono l’enorme “Serbatoio pensile” della capacità complessiva di 2.500 metri cubi, definito negli anni Trenta il più grande d’Italia; termina la costruzione un coperto con cupola a gradoni. Di grande effetto la fontana, sovrastata da una statua raffigurante il Po ed i suoi affluenti, opera dello scultore Arrigo Minerbi, contemporanea alla monumentale costruzione.
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