Un itinerario che unisce il silenzio dei boschi, la vita delle zone umide e il respiro del mare.
Partenza da
Bosco di Santa Giustina
Durata
1-2 giorni
Adatto a
Escursionisti, Famiglie, Bambini
Trasporti
Un percorso da vivere a piedi o in bicicletta, attraverso ambienti diversi ma armoniosamente connessi tra loro.
L'itinerario parte dal Bosco di Santa Giustina, dove la foresta planiziale conserva un sottobosco rigoglioso e ricco di vita: felci, arbusti e alberi secolari creano un ambiente fitto e umido che richiama l’aspetto originario della pianura padana. Si prosegue verso il Bosco della Mesola, anch’esso una foresta planiziale, ma con un volto diverso: qui il sottobosco è quasi assente, brucato dal celebre cervo della Mesola, simbolo di quest’area e protagonista silenzioso della vita del bosco. L’itinerario si conclude nella Pineta di Volano, dove il paesaggio cambia nuovamente: i pini marittimi e domestici si alternano a dune sabbiose e zone umide, in un ambiente che profuma di mare e resina.
Le foreste planiziali e la pineta costiera
Le foreste planiziali sono boschi che si sviluppano nelle zone di pianura, un tempo molto diffusi nella Pianura Padana. Sono caratterizzate da querce, olmi e frassini, e da un fitto sottobosco che offre rifugio a numerose specie animali.
La pineta costiera, invece, rappresenta la tipica vegetazione delle aree litoranee, dove pini domestici e marittimi si alternano alla macchia mediterranea e alle dune sabbiose, dando vita a un paesaggio suggestivo e armonioso, in perfetto equilibrio tra terra e mare.
Tappa 3
La Pineta di Volano
La Pineta Demaniale del Po di Volano, parte della Riserva Naturale Po di Volano, si estende per 170 ettari lungo 6 km di arenile formatosi dai depositi di sabbia marina. Rimboschita negli anni ’30 con pini marittimi e domestici, fu ricostituita dopo i danni dell’alluvione del 1966, privilegiando il pino marittimo e specie autoctone come leccio e farnia. Tra la vegetazione costiera cresce la tamerice, mentre la fauna comprende aironi, garzette, folaghe, germani reali e daini.
A pochi chilometri da Castello della Mesola, il Bosco di Santa Giustina (o Bosco della Fasanara) si estende per circa 4 km dal Po di Goro a Torre Abate. È uno degli ultimi boschi planiziali del Delta del Po, con lecci, farnie e frassini e un sottobosco rigoglioso grazie all’assenza di ungulati.
A sud del Bosco di Santa Giustina si estende la Riserva Naturale Bosco della Mesola, la più grande area boscata del ferrarese. Sorge su antichi cordoni dunosi e ospita una vegetazione tipica della macchia mediterranea, dominata dal leccio. Qui vive il raro cervo della Mesola, unico discendente del cervo italico, oggi specie protetta. L’area visitabile offre tre percorsi segnalati che permettono di esplorare facilmente la riserva.
La Pineta Demaniale del Po di Volano, parte della Riserva Naturale Po di Volano, si estende per 170 ettari lungo 6 km di arenile formatosi dai depositi di sabbia marina. Rimboschita negli anni ’30 con pini marittimi e domestici, fu ricostituita dopo i danni dell’alluvione del 1966, privilegiando il pino marittimo e specie autoctone come leccio e farnia. Tra la vegetazione costiera cresce la tamerice, mentre la fauna comprende aironi, garzette, folaghe, germani reali e daini.
A pochi chilometri da Castello della Mesola, il Bosco di Santa Giustina (o Bosco della Fasanara) si estende per circa 4 km dal Po di Goro a Torre Abate. È uno degli ultimi boschi planiziali del Delta del Po, con lecci, farnie e frassini e un sottobosco rigoglioso grazie all’assenza di ungulati.
A sud del Bosco di Santa Giustina si estende la Riserva Naturale Bosco della Mesola, la più grande area boscata del ferrarese. Sorge su antichi cordoni dunosi e ospita una vegetazione tipica della macchia mediterranea, dominata dal leccio. Qui vive il raro cervo della Mesola, unico discendente del cervo italico, oggi specie protetta. L’area visitabile offre tre percorsi segnalati che permettono di esplorare facilmente la riserva.
La Pineta Demaniale del Po di Volano, parte della Riserva Naturale Po di Volano, si estende per 170 ettari lungo 6 km di arenile formatosi dai depositi di sabbia marina. Rimboschita negli anni ’30 con pini marittimi e domestici, fu ricostituita dopo i danni dell’alluvione del 1966, privilegiando il pino marittimo e specie autoctone come leccio e farnia. Tra la vegetazione costiera cresce la tamerice, mentre la fauna comprende aironi, garzette, folaghe, germani reali e daini.