
Palazzo Paradiso - Biblioteca Ariostea
Orari
Dal lunedì al venerdì: 9.00 - 19.00
Sabato: 9.00 - 13.00
SALA ARIOSTO temporaneamente chiusa
Prezzi
Ingresso libero
Venne fatto erigere nel 1391 da Alberto V d'Este in occasione del suo matrimonio con Giovanna de Roberti e venne decorato, come Schifanoia e Belfiore, con scene della vita di corte e motivi tratti dai romanzi cavallereschi.
Il nome è in sintonia con quelli suggestivi delle altre delizie estensi. L'impianto originario del palazzo è costituito da quattro corpi di fabbrica intorno ad una corte rettangolare su cui si affacciavano tre logge, oggi ne rimane una sola.
Nel 1437-1438, ospitò i partecipanti alla prima sessione del Concilio Ecumenico, che ebbe luogo a Ferrara; l'imperatore di Costantinopoli, Giovanni Paleologo e il Papa Eugenio IV soggiornarono qui. Il pittore ferrarese Antonio Alberti eseguì per l'occasione un grande affresco, oggi perduto, che aveva come tema il Paradiso, in armonia col nome del palazzo.
All'epoca del duca Borso, il complesso venne innalzato di un piano. Nel 1567 divenne poi sede delle varie facoltà universitarie e la struttura fu in seguito rivista da Giovan Battista Aleotti che spostò la facciata su via delle Scienze, dove si trova attualmente, e aggiunse la torretta con l'orologio e il grande portale in pietra bianca.
Nel 1731 l'anatomista Giacinto Agnelli e l'architetto Francesco Mazzarelli vi costruirono il teatro anatomico che tutt'ora esiste al piano terra del Palazzo. La pianta del teatro anatomico è ottagonale e dispone di entrate separate per gli studenti, il docente ed il cadavere ed è ben illuminato da quattro grandi finestre. La forma deriva da una mediazione tra i noti teatri di Padova (ovale e senza luce) e quello di Bologna (quadrato e con un solo ingresso) e ne rimuove i principali difetti.
Nel corso del Settecento sorgono anche l'Orto Botanico, la Sala della Biblioteca e, su progetto di Antonio Foschini, l'elegante scalone marmoreo, di accesso ai piani superiori.
Dal 1801, Palazzo Paradiso accoglie le ceneri di Ariosto, provenienti dalla Chiesa di San Benedetto e il monumento funebre, concepito da Aleotti.
Nel 1831 la Facoltà medica venne trasferita nell'ambito dell'Arcispedale S. Anna lo splendido teatro anatomico ottagonale venne allora adibito ad aula per le lezioni di chimica.
L'aspetto attuale del complesso architettonico è il risultato di un lungo e laborioso restauro conclusosi nel 2006 con il recupero, e la conseguente riapertura al pubblico, dell'antica Sala di lettura, ora intitolata all'illustre bibliofilo Gianmaria Riminaldi.
Biblioteca Ariostea
La Biblioteca possiede un patrimonio di circa 400.000 unità bibliografiche, parte collocato a scaffale aperto e parte conservato in magazzini sia locali che remoti.
Ad essa compete per legge il deposito obbligatorio di quanto stampato a livello provinciale, con ruolo di tutela e conservazione; non a caso, uno dei suoi principali compiti consiste nel documentare la cultura del territorio sia attraverso la raccolta sistematica di manoscritti e pubblicazioni relative ai principali poeti, scrittori, studiosi locali: antichi, moderni e contemporanei (Ariosto, Tasso, Monti, Govoni, Caretti, Quilici ecc) di rilievo nazionale, sia con l'aggiornata acquisizione della letteratura secondaria.
La Biblioteca dispone di una superficie coperta pari a 3151 mq (1883 mq. destinati al pubblico), ai quali si aggiungano un cortile di 569 mq e un giardino di 1140 mq, entrambi dotati di postazioni all'aperto fruibili nella stagione estiva.