Da principio si può anche non accorgersene. Ma basta stare seduti per qualche minuto a un tavolino all’aperto del Caffè della Borsa, avendo davanti la rupe a picco della Torre dell’Orologio, e, appena più a destra, la terrazza merlata dell’Aranciera, perché la faccenda appaia evidente. Càpita questo. D’estate come d’inverno, col sole o con la pioggia, è molto raro che chi percorre quel tratto di corso Roma preferisca tenersi al marciapiede di fronte, lungheggiante in piena luce la bruna spalletta della Fossa del Castello […]. Potrà essere chiunque, insomma, ma non un ferrarese. Una notte del '43
Bassani, nella reivenzione narrativa, raduna a ridosso della spalletta del Castello le spoglie di tutte le vittime di quella notte; il lettore ritroverà la farmacia di Pino Barilari, testimone della strage. Pare che Bassani avesse scampato il pericolo di essere catturato, fuggendo da Ferrara.
Nel 1960 il ferrarese Florestano Vancini esordì alla regia con il film La lunga notte del '43.